UncategorizedExpo 2015: 'tutto è tema, il tema è tutto’

Expo 2015: ‘tutto è tema, il tema è tutto’

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Questa è la più grande rivoluzione messa in atto all’EXPO 2015 di Milano, dove la centralità della manifestazione è il tema, non le grandi opere, le strutture memorabili o le faccende all’italiana quali appalti truccati e mazzette, ma il tema “Tutto è tema, il tema è tutto”. Con questa premessa ci avviciniamo ad uno degli eventi più importanti al mondo dove il cibo, la malnutrizione, la sostenibilità e le applicazioni tecnologiche, in questi ambiti, finalmente vengono trattati, anche se in ritardo, come spesso accade. Il cibo è la nostra fonte di sostentamento datoci dalla nostra terra, che oggi grida aiuto, aggredita da un uso improprio e scellerato, che inquiniamo giornalmente, a cui non riusciamo a dare un futuro. Potremmo chiederci: le coltivazioni BIO possono essere realmente considerate “pulite” se respirano un’aria che non è BIO? Se sono bagnate da piogge in cui spesso l’acqua è solo una piccola componente? Se sono irrigate da falde acquifere inquinate?

L’EXPO vuole rispondere a questi quesiti, provare a trovare soluzioni concrete, dando un futuro sostenibile in tutti gli ambiti, da quello politico-economico a quello prettamente alimentare, invitandoci a riflettere sul lungo periodo, sulle conseguenze dei nostri comportamenti, sull’insegnamento che stiamo dando alle nuove generazioni ed ai nostri figli, radunando tutti i paesi in una agorà mondiale, di discussioni, dibattiti e proposte, tentando di strappare a tutti i paesi del mondo un impegno reale per aiutare il nostro pianeta.

Le premesse sono quelle giuste per far sì che tale progetto diventi realtà. L’area espositiva è stata studiata in maniera tale da far diventare i contenitori, intesi come spazi espositivi, contenuti, costruiti seguendo precisi criteri di sostenibilità, partendo dai materiali stessi che compongono un capannone per arrivare al messaggio da trasmettere, un filrouge che collega materialmente la realtà con gli intenti.

La volontà è quella di avviare un processo di sensibilizzazione del singolo visitatore che incomincerà l’esperienza dal padiglione zero, dove verranno smontate le classiche convinzioni sulla produzione, mostrando che si possono avere gli stessi risultati agendo in maniera diversa e sostenibile, toccando le coscienze personali, in accordo con l’idea che tutti possiamo e dobbiamo fare qualcosa per avere una civiltà che sia in armonia con la natura.

Un’altra area principale sarà quella del parco della biodiversità, 14.000 mq di verde in cui il visitatore potrà immergersi venendo a contatto con altri tipi di paesaggi, diversi da quelli con cui è abituato ad interagire, riprodotti con l’intento di sottolineare l’importanza di ogni albero, ogni pianta, ogni granello di sabbia o goccia d’acqua all’interno dell’ecosistema mondiale.

Poi ci saranno le aree “Food in Art” e “Future Food District”. Nella prima si approfondisce l’importanza del cibo attraverso l’arte, basti pensare che la prima forma d’arte nella storia dell’uomo, ovvero le pitture rupestri, raffiguravano cibo o scene di caccia; oppure come ha influenzato la pittura, dove un ampio spazio le è stato dedicato con la“natura morta” e la socialità; i banchetti, i convivi sono stati e sono ancora oggi, con forme diverse, momenti di unione ed aggregazione, fondamentali per l’uomo. Nella seconda verranno mostrate le tante applicazioni tecnologiche nel campo alimentare, che siano macchinari per la produzione o app per il cellulare che consentano di verificare la provenienza di un prodotto.

Infine vediamo il “Children Park”, la sfida più grande dell’EXPO che riversa nei bambini la speranza per cambiare il futuro. Le nuove generazioni saranno i futuri produttori e consumatori di alimenti, a cui va trasmessa l’importanza del rispetto per la terra, coinvolgendoli in prima persona con giochi, esperimenti e spettacoli; imparare divertendosi.

Gli espositori, inoltre, hanno firmato un accordo con gli organizzatori che regola ogni cosa si troverà all’interno della fiera, buste, contenitori, sedie, tavoli, merchandising, tutto deve seguire criteri di sostenibilità, facendo attenzione agli sprechi, di materiali ma anche energetici, tutto deve essere ridotto al minimo danno ambientale, quando non è possibile renderlo inesistente.

Un’attenzione particolare è posta sul ruolo della donna, fondamentale nella produzione, in quanto l’occupazione femminile è molto elevata nel settore alimentare e nell’insegnamento, poiché donna è sinonimo di mamma che, in quanto tale, educa il proprio figlio, giocando così una partita importante per la trasmissione dei valori e dei comportamenti che il bambino farà propri nel corso degli anni.

Un altro tema che l’EXPO affronta con grande consapevolezza è quello della malnutrizione, che affligge 900.000 persone in tutto il mondo, un numero sensibile ed un problema che riguarda non la sopravvivenza della terra ma dell’uomo stesso. Un problema che deve essere affrontato da chi ha i mezzi per farlo, guardando in faccia la realtà e non girandole le spalle; a questo proposito fondamentale è la presenza delle organizzazioni internazionali come la FAO, l’ONU e l’UNICEF, che da anni si battono per i diritti dell’uomo e a Milano avranno l’occasione di incontrarsi e confrontarsi tra loro e con tutti gli stati presenti. Cooperazione che si rivelerà fondamentale per la riuscita del progetto e dell’esposizione stessa, lavoro di squadra che partirà dagli espositori, che dovranno organizzare gli spazi comuni assieme, iniziando a confrontarsi ancora prima che l’esposizione incominci. Tutto ciò sarà contornato da un’atmosfera di festa, dove gli odori e i sapori la faranno da padrone, oltre alle idee. Ad ogni angolo ci sarà ci cucina, chi mangia, chi beve e chi rimarrà disgustato (al palato non si comanda); chi danza, chi canta, chi sperimenta; tutto in un ambiente completamente multiculturale, dove le differenze si trasformeranno in motivi d’incontro e di arricchimento.

Gli intenti sono chiari, riflettere sul futuro, partendo da ciò che si ha, collaborando, consapevoli che tali problemi possono essere superati solo insieme. Insomma, l’Expo 2015 propone una sfida reale, innovativa e necessaria a cui, si auspica, darà risposte concrete, proponendo progetti e dando spunte per il cammino verso un futuro in cui uomo e natura torneranno a dialogare.

Stefano Gattordo

#DISTANTIMAUNITI COREM CAMPANIA

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