L’Italia ha cominciato un ciclo virtuoso nel campo dell’ambiente, una notizia che forse nessuno si aspettava, soprattutto con il momento di forte crisi che il paese sta vivendo. I dati che emergono dal rapporto “Ambiente Italia 2015”, stilato dall’istituto Ambiente Italia e da Legambiente, mostra una tendenza ecologista della nazione che è andata a ridurre l’impatto ambientale delle produzioni. Andando a snocciolare i numeri del rapporto vediamo che il consumo di materiali è diminuito del 32%, contro il 15% europeo, tra il 2004 e il 2013, e al contempo la produttività delle risorse è aumentata del 40%. Un settore importante è costituito dalla produzione energetica dove vediamo una riduzione del consumo di petrolio e, soprattutto, un esponenziale aumento della produzione energetica da fonti rinnovabili, nonostante la contrazione avvenuta durante il 2014 il 40% dell’energia prodotta dall’Italia è di derivazione rinnovabile. Grazie a questi a questi numeri l’Italia è diventata il terzo produttore europeo di elettricità “rinnovabile” dietro Germania e Svezia, o Germania e Spagna se consideriamo le rinnovabili non idroelettriche.
Ci sono anche aspetti negativi nel rapporto tra cui: il consumo del suolo, di cui abbiamo già parlato qui, disoccupazione e progresso tecnologico. Per quanto riguarda l’occupazione siamo decisamente al di sotto della media europea, oltre ad essere agli ultimi posti come livello d’istruzione. Il progresso tecnologico è un problema crescente, ad oggi solo l’1,2% del Pil è investito per la ricerca e i brevetti sono meno di cinquemila all’anno.
Il dato rilevante che emerge da questo rapporto è una tendenza al risparmio energetico non programmata, nel senso che nonostante l’assenza di politiche nazionali di incentivo ecologico l’Italia è diventata un paese virtuoso in questo senso, almeno più di prima. Adesso, afferma il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, “Non abbiamo bisogno di un green washing della politica governativa ma di azioni utili per cambiare l’Italia”, così Legambiente propone 11 temi fondamentali che dovrebbero trovar spazio nel Green Act governativo, programmato dal premier Matteo Renzi per il prossimo mese, con l’intento di cavalcare l’onda ambientalista e proseguire su questa strada nell’ottica del risparmio energetico ed economico. I temi presentati da Legambiente sono: fiscalità ambientale (chi inquina paga, chi innova risparmia, considerato che ogni anno vengono stanziati 5,7 miliardi di euro come sussidio alle fonti fossili); città rigenerate; bonifiche per risanare i danni; aumentare la produzione di energie rinnovabili; ridurre la produzione di rifiuti e riciclare; mobilità alternative e meno inquinanti; razionalizzazione e ammodernamento dei trasporti; dissesto idrogeologico; tutela della biodiversità; turismo come una delle prime fonti di approvvigionamento per il paese; risorse europee da utilizzare per clima e sostenibilità.
La sfida è aperta, il governo sembra intenzionato ad impegnarsi, Legambiente ha fatto le sue proposte, adesso aspettiamo di vedere in cosa consisterà il Green Act del governo.
Stefano Gattordo