Un’altra strage si è consumata tra ieri ed oggi nel Mediterraneo, 4 imbarcazioni stracolme di migranti hanno avuto problemi, durante la traversata verso l’Italia, e sono affondate. I superstiti sono tra i 40 ed i 50, mentre i decessi si stimano intorno alle 330 persone, un numero elevato che riapre il dibattito sul problema migrazione e che rimette in discussione i piani europei attivi per far fronte a queste emergenze. Tali tragedie sono insostenibili, pensare che ci possa essere una perdita di vite umane così ampia, per persone che lasciano tutto alla ricerca di un futuro migliore in un altro paese, persone che scappano dalla guerra, dalla fame e dalla povertà, che rimarranno per sempre nel limbo del Mediterraneo, il loro punto di partenza e punto di arrivo, inghiottiti da un’onda più grande dei loro sogni.
A questo proposito abbiamo interpellato Giuseppe De Cristofaro, senatore della Repubblica e capogruppo al senato di Sinistra ecologia e libertà:
Qual è l’impegno dello stato italiano in merito a tali accadimenti?
“L’Italia ha iniziato il 1 novembre 2013 l’operazione “Mare Nostrum”, curata dalla Marina Militare e dall’Aeronautica Militare italiana. Quest’operazione ha dato ottimi risultati, ma oggi è finita ed è stata sostituita dall’operazione europea “Triton“, curata dall’agenzia Frontes. Nel nostro paese ci sono anche problemi di tipo propagandistico, infatti la Lega Nord ha affermato che gli sbarchi sono aumentati esattamente perché c’è “Mare Nostrum”, poiché con questa operazione i migrati sono spronati a partire, in quanto hanno la certezza di essere aiutati. Questa, per me, è pura propaganda infatti i dati smentiscono queste affermazioni della Lega; se andiamo a controllare vediamo che gli sbarchi erano aumentati già prima dell’inizio del programma “Mare Nostrum”.
Possiamo dire di essere dinanzi ad un’ondata apocalittica di migranti?
“Non possiamo assolutamente affermare una cosa simile. I migranti che ogni anno sbarcano in Italia sono circa 160mila, di questi molti si spostano verso altri paesi europei. Quindi siamo dinanzi a numeri facilmente assorbibili dall’Italia e soprattutto dall’Europa. Situazioni gravi sono altre, come quella che ha visto protagonista il Libano, dove sono entrate clandestinamente circa 1 milione di persone dalla Siria dall’inizio della guerra; considerando che il Libano ha una popolazione di circa 5 milioni di abitanti. C’è semplicemente una tendenza storica che non si blocca né con i centri di accoglienza né con i centri di detenzione, ma bisogna trovare un modo per cui la migrazione storica e strutturale non sia un problema”.
L’operazione europea “Triton” è una soluzione sufficiente per far fronte a questo problema?
“Non è una soluzione né valida né sufficiente. “Mare Nostrum” operava su tutto lo specchio d’acqua del Mediterrano, potendo così soccorre anche navi lontane dalle coste italiane; “Triton“, invece, impone un limite di pattugliamento di 30 miglia dalla costa, quindi catastroficamente distante dal punto di partenza delle navi. Questo limite rende i soccorsi molto più lenti, per un semplice problema di distanze; tant’è vero che in questo caso sono dovute intervenire due imbarcazioni mercantili in quanto erano le più vicine al punto di SOS. Un altro problema non trascurabile è costituito dalle navi che agiscono in queste emergenze ,che non sono più quelle della Marina Militare ma sono quelle della Guardia Costiera, che non hanno un equipaggiamento adeguato per affrontare tali situazioni critiche; anche il numero di imbarcazioni utilizzate è decisamente insufficiente”.
Quali sono le proposte di Sel per risolvere il problema degli sbarchi?
“Da tempo diciamo che l’operazione “Mare Nostrum” era molto valida e, su quell’esempio, si deve strutturare una missione europea che garantisca la sicurezza dei migranti, senza lasciarli affogare in mare, un “Mare Nostrum” europeo. In ogni caso il governo italiano comunque deve farsi carico del problema, attivando operazioni di propria iniziative se quelle europee non cambieranno direzione. Importante, inoltre, considerare che oggi siamo in uno dei periodi di sbarchi con cadenza più bassa ed è successo tutto ciò, ci chiediamo cosa succederà quando gli sbarchi aumenteranno e le soluzioni rimarranno invariate?”.
Le parole e le proposte del senatore De Cristofaro sono chiare e cerca di portarle avanti da tempo, oggi assumono ancora più valore poiché in perfetta linea con quelle trasmesse da Nils Muiznieks, commissario dei diritti umani nel consiglio d’Europa, in una nota dove cui afferma che “Triton non è all’altezza” di svolgere i compiti assegnatigli e “l’Europa ha bisogno di un sistema di ricerca e salvataggio efficace”, che utilizzi, come detto dal senatore, un sistema europeo improntato sull’operazione “Mare Nostrum” italiana.
Stefano Gattordo