È stata pubblicato ieri dal GSE il prospetto riguardante la partecipazione alle aste per le FER elettriche indette con il DM 23 giugno 2016, che evidenzia come per il solo eolico on – shore, le domande abbiano superato di due volte e mezzo il contingente.
Tale massiccia partecipazione da parte delle aziende del settore eolico, testimonia l’esistenza di molti progetti che potrebbero vedere la luce, provenienti da un’industria sana e per una tecnologia matura e più economica delle altre fonti rinnovabili, come è l’eolico.
Tale divario mostra inoltre come esista uno squilibrio tra la volontà degli investitori di voler sviluppare l’eolico in Italia e lo scarso impegno delle Istituzioni a voler favorire tale crescita rendendo disponibili adeguati contingenti di potenza o indicendo aste nei tempi previsti dalle norme vigenti, almeno fino al 2020.
La diminuzione dei costi dell’eolico, offre un ulteriore stimolo per le aziende che vogliono investire nel settore, volendo peraltro puntare al raggiungimento dell’obiettivo che si è posto il Governo, all’interno del PAN, di realizzare 12.680 MW al 2020 e di traguardare anche gli altri obiettivi scaturenti dagli accordi internazionali della Cop21.
Si auspica quindi che il Ministero dello Sviluppo Economico nella redazione della Strategia Energetica Nazionale attesa per i prossimi mesi, definisca adeguati valori per l’eolico indicando obiettivi congrui al potenziale nazionale.
L’auspicio è inoltre che il Mise, che dovrà emanare entro la fine dell’anno il nuovo Decreto Rinnovabili, tenga conto di questi dati e fornisca la possibilità al settore eolico di riprendere la sua crescita e portare al Paese benefici quali crescita economica, occupazione e tutela dell’ambiente con nuove procedure già a partire dal 2017.