«Prendiamo atto che il Ministro, dopo aver più volte ignorato le nostre numerose richieste ufficiali di incontro sulla questione lupi, ci risponde finalmente a mezzo stampa. Tuttavia, da quanto sostiene, ci sembra che egli non abbia piena conoscenza di quanto scritto nella parte III.7, in cui si stabilisce che “tranne che nei casi di particolare necessità legati ad esigenze di ricerca scientifica, sanità e sicurezza pubblica, per valutare una richiesta di deroga è quindi necessario che” (seguono le “condizioni” alla concessione della deroga), nonché di quanto prevede la successiva lettera c, che ora consente di uccidere i lupi nei parchi nazionali e regionali». Lo dichiara l’Ente Nazionale Protezione Animali.
«Traducendo dal gergo burocratico, le norme citate comportano non soltanto la possibilità di uccidere i lupi senza il bisogno di rispettare tutta una serie di vincoli, ma anche la possibilità di abbatterli all’interno delle aree protette. Che – prosegue la Protezione Animali – è esattamente quanto sosteniamo fin da quando abbiamo avuto notizia della nuova versione del Piano Lupo. Per noi l’unica via d’uscita da questa vicenda è lo stralcio delle norme relative all’uccisione degli animali».
L’ultima versione dunque è per Enpa ancora più “letale” della precedente e l’associazione l’ha pubblicato sul proprio sito internet e sulla propria pagina Facebook proprio per permettere a tutti di farsi un’opinione al riguardo, libera da ogni sospetto di manipolazione e di propaganda. «A noi – conclude l’associazione – sta a cuore la sorte dei lupi, come quella di qualsiasi altro animale, ma ci sentiamo anche legati al rispetto dei principi di trasparenza, qualità e correttezza dell’informazione, su cui deve fondarsi un rapporto fiduciario con i cittadini. Singolare, per questo, l’alone di segretezza che da sempre circonda il Piano Lupo; un documento che nelle sue ultime versioni non è stati diffuso dal Ministero alle associazioni e del quale siamo venuti in possesso soltanto per vie traverse».