La sue condizioni sono critiche e proprio in queste ore sta lottando tra la vita e la morte in una clinica veterinaria di Cosenza. Ci sono è vero alcuni piccoli segnali di miglioramento, oggi la cagnetta ha ripreso a mangiare, ma i veterinari sono stati chiari: la prognosi non potrà essere sciolta prima di una settimana. D’altro canto le sevizie inferte ad Angela, così è stata battezzata la cucciolona di neanche un anno trovata dal volontario Enpa Alfredo Bruno nel proprio terreno, erano di una tale gravità dal lasciare ben poche speranze di sopravvivenza. La cagnolina presentava infatti profonde lacerazioni sulle zampe, compatibili con il trascinamento dell’animale lungo l’asfalto ad opera di un auto o di un motoveicolo, e diffuse ustioni di terzo grado sul petto, sulla pancia, vicino alla coda. Insomma, chiunque abbia compiuto questo scempio lo ha fatto con la chiara volontà di torturare la cucciolona, infierendo sadicamente su di lei. Come del resto sembra dimostrare un altro particolare.
«Quando ho trovato Angela vicino alla recinzione interna del mio terreno, o meglio quando l’hanno trovata i miei due cani visto che sono stati proprio loro ad attirare la mia attenzione e portarmi da lei, la cagnetta aveva un cappio stretto attorno al collo. La corda –racconta Alfredo Bruno, che oltre a prestare servizio presso l’Enpa di Castrovillari, è anche il presidente dell’associazione Sos Quattro Zampe – deve essere stata utilizzata dagli aguzzini per compiere altre sevizie sul cane». Come se ciò non bastasse, gli aguzzini hanno lanciato l’animale ormai agonizzante all’interno del terreno, scaraventandolo dal lato della strada oltre una recinzione alta circa un metro e mezzo.
Il fatto che Angela dopo tutto questo stia ancora lottando per sopravvivere rappresenta già di per sé un piccolo miracolo (se fosse stata un maschietto, dicono i veterinari, probabilmente non ce l’avrebbe fatta), ma tutti, non solo a Corigliano Calabra, stanno facendo il tifo possa tornare a correre come faceva prima conoscere i suoi aguzzini. Una cosa comunque è certa. Quando la cagnetta uscirà dalla clinica non tornerà più per sulla strada, perché l’aspetta la sua nuova famiglia, quella formata da Alfredo Bruno, da sua moglie e dai loro due cani.
«In Calabria la crudeltà contro gli animali sta raggiungendo livelli di guardia. Prima – conclude Carla Rocchi, presidente nazionale di Enpa – ne aveva fatto le spese il cane Angelo, ucciso come tutti sappiamo. Poi la scorsa estate, una cagnetta era stata impiccata ad un albero davanti ai suoi cuccioli. Oggi questa povera cagnolina. Per contrastare questi fenomeni criminosi è necessario da un lato rafforzare i controlli sul territorio e fare prevenzione, dall’altro inasprire le pene per tali reati. Noi e la stragrande maggioranza degli italiani lo chiediamo da tempo».