«“Connecting humans and Nature”, (ri)connettere la nostra specie con la Natura, il bellissimo slogan adottato dall’ONU per questa giornata Mondiale dell’Ambiente, deve significare voler far pace con la Terra anche con una decisa svolta nelle scelte alimentari dell’umanità», lo dichiara Annamaria Procacci, consigliera nazioonale di Enpa nonché responsabile biodiversità per conto dell’associazione. «Per questo – prosegue Procacci – chiediamo alla FAO di promuovere una tempestiva, serrata, decisa campagna contro il consumo di carne, primo fattore del surriscaldamento globale. E’ ormai ampiamente riconosciuto che consumo di carne significa altissime emissioni di metano, di protossido di azoto, di CO2 prodotti dagli allevamenti intensivi; enorme impiego di acqua e di cereali, usati per nutrire miliardi e miliardi di animali “da piatto”; deforestazione dell’Amazzonia, per i pascoli e le coltivazioni di soia da foraggio; estinzione massiccia di biodiversità. La FAO stessa prevede un aumento del 73% del consumo di carne al 2050. Una situazione insostenibile. E nessun nesso con la sostenibilità ambientale vienne stabilito dalle linee guida alimentari emanate dai paesi, un’ottantina, che le hanno pur volenterosamente rivolte ai cittadini, tranne rarissime eccezioni,come riconosce la stessa FAO in uno studio recente».
«Per il bene di tutti – conclude Procacci – occorrono subito politiche concrete, azioni positive tangibili ma una parte da protagonisti spetta ad ognuno di noi, giorno per giorno, nella scelta alimentare. Non si può mai dimenticare che l’insostenibilità della carne non è solo ambientale, ma morale. Sulla sofferenza degli animali è costruito un sistema economico che minaccia la nostra sopravvivenza e ferisce profondamente la nostra coscienza.Perchè tutti, umani e non umani, siamo connessi».