“Gli Ottomila a modo nostro”: è dedicata a Nives Meroi e Romano Benet, la prima coppia ad aver scalato tutti gli Ottomila della Terra, la copertina del numero di luglio di Montagne360, la rivista del CAI. “Stavolta la montagna è stata molto generosa. Quest’ultima ascensione per noi è stata come una pietra preziosa. La pietra preziosa che viene utilizzata per chiudere una bella collana: nel nostro caso la collana di tutti gli ottomila che avevamo salito in precedenza”, affermano nell’intervista, rilasciata dopo aver salito l’Annapurna (8091 metri), l’ultima grande cima che mancava nel loro curriculum.
L’intervista fa parte dello speciale “Storie giganti”, che comprende altri due articoli su uomini e donne che intrecciano le loro vite con le montagne e danno vita a racconti straordinari. Il primo ricorda la spedizione “Everest ’92”, in occasione della quale il gigante himalyano fu misurato per la prima volta con il Gps, con l’intervista ad Alessandro Bianchini, che di quella spedizione fu il responsabile medico.
Il secondo articolo ripercorre le vicende di Francis Kingdon Ward, l’ultimo dei grandi “cacciatori di piante”. Ward, in mezzo secolo di viaggi che hanno lasciato il segno sulla carta geografica e nei giardini di tutto il mondo, riuscì a coniugare due grandi passioni dell’Inghilterra coloniale: le esplorazioni geografiche e il giardinaggio.
Restando in tema, ma arrivando al presente, Gian Luca Gasca, dopo aver percorso con i mezzi pubblici e a piedi l’arco alpino e la dorsale appenninica, presenta la sua prossima avventura: #destinazioneK2, un lungo viaggio sostenibile, promosso dal CAI Centrale, verso la seconda montagna della terra. “Affronterò un percorso con autobus, treni e percorsi dal sapore antico, quando forse viaggiare era più facile”, scrive Gian Luca.
Si è aperta al mondo e al nostro tempo l’ultima edizione del Trento Film Festival che, come viene descritto su questo numero, ha posto la lente d’ingrandimento non solo su alpinismo e avventura, ma anche sulegami indissolubili, conflitti, donne guerriere e sul drammatico effetto dei cambiamenti climatici.
Come sempre tanto escursionismo sulla rivista, sia a piedi che in mountain bike: dalle suggestioni che è in grado di regalare la Valle Tanaro, terra che parla piemontese e ligure, francese
e brigasco e che offre ottimi spunti per escursioni, trekking, esplorazioni ipogee, fino ad arrivare alle emozioni dell’alta Valle di Susa, che smentisce lo stereotipo secondo il quale “le montagne vicino casa sono buone solo per i ritagli di tempo”.
Spazio inoltre alle sei tappe, per un totale di 8348 metri di dislivello, necessarie a chi volesse percorrere le Dolomiti in sella alla propria mountain bike: da Dobbiaco a Feltre, sulle Alte Vie 1 e 2, toccando tutti i gruppi montuosi più famosi.
Questo numero presenta infine CimolArt, manifestazione che intende coniugare arte e natura in programmadall’11 al 13 agosto a Cimolais, sede del Parco Naturale Regionale delle Dolomiti Friulane, e il progetto “Amare la montagna” del CAI Biella che, grazie al supporto e al coinvolgimento delle scuole, propone un’alternanza scuola-lavoro e accompagna i giovani a conoscere il territorio e a comprenderne le risorse.
Il portfolio fotografico di questo numero è dedicato alla nuova mostra del Museo della Montagna di Torino, “Etichette delle montagne. Immagini di commercio”, esposta fino al 3 dicembre. Pubblicate una selezione dei piccoli ritagli di tipografia, solo all’apparenza insignificanti, appiccicati su qualsiasi prodotto commerciale, che invitano l’osservatore a un viaggio nell’immaginario delle meraviglie e, insieme, nel mondo reale degli oggetti.