«Apprendo, non senza stupore, che secondo il presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, colpire a bastonate un orso, forse in compagnia dei suoi cuccioli, rappresenta un fatto irrilevante ai fini di una possibile reazione dell’animale. Apprendo dunque che, secondo il presidente della provincia, il plantigrado dev’essere catturato e finanche ucciso per non avere accolto di buon grado la bastonata ricevuta. Un comportamento, questo, che sarebbe decisamente singolare per qualsiasi specie vivente e che, qualora fosse dimostrabile, farebbe riscrivere i fondamenti dell’etologia». Lo dichiara la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi, commentando le dichiarazioni rese oggi a mezzo stampa dal presidente Ugo Rossi.
Ma dalle parole di Ugo Rossi, che peraltro confermano la ricostruzione fatta ieri da Enpa, non emerge solo il surreale tentativo di ridefinire principi su cui si fonda il comportamento animale, principi condivisi peraltro anche dalla nostra specie; emerge soprattutto una sostanziale incapacità di garantire e tutelare l’incolumità dei cittadini. «Tutti sanno o quanto meno dovrebbero sapere che gli animali, e tra questi anche i selvatici, innervositi o meno, rispondono alle sollecitazioni dell’ambiente. Tutti sanno o dovrebbero sapere quindi che in presenza di un selvatico l’ultima cosa da fare è quella di attaccarlo, provocando una reazione assolutamente naturale. Solo il presidente Rossi sembra ignorare questa basilare regola comportamentale. Dichiarare pubblicamente il contrario – prosegue Rocchi – è molto pericoloso perché significa fare opera di disinformazione».
Su questo come su molti altri aspetti di questa nebulosa vicenda, a partire dalla bastonata inferta all’orso, Enpa auspica faccia chiarezza l’interrogazione parlamentare al Ministro Galletti presentata dalla senatrice PD Silvana Amati. In particolare, la senatrice Amati chiede di sapere quali misure s’intende adottare per fermare la deriva di intolleranza contro gli animali selvatici. Contro di loro – osserva Enpa – è in atto una campagna di terrore, una vera caccia all’untore. Lo dimostrano la guerra senza quartiere contro nutrie e cinghiali, la persecuzione delle volpi, la crociata contro i lupi. Ma lo dimostra, soprattutto, il caso dell’orso con una ordinanza di cattura e abbattimento emessa prima di avere informazioni certe sull’episodio e finanche prima che fosse individuato il presunto responsabile dell’aggressione.