La storia della calzatura di montagna è il tema trainante del numero di gennaio di Montagne360, la rivista del Club alpino italiano. Tre articoli più l’introduzione sono pubblicati nello speciale “A passo d’uomo”, dove ci si sofferma sul ruolo ricoperto da scarpe, scarponi e scarpette da arrampicata nella storia dell’alpinismo e delle genti di montagna. E sul ruolo nella prevenzione dei rischi della montagna di strumenti importanti per il risultato di un’impresa e determinanti per la sicurezza degli alpinisti.
Gli articoli ripercorrono l’evoluzione delle calzature di alpinisti ed escursionisti, dagli scarponi chiodati al carrarmato, fino ad arrivare al cosiddetto “laboratorio delle mescole” e ai prodotti sempre nuovi e sempre più performanti di oggi. Senza dimenticare le vicende dei produttori, dai maestri calzolai delle botteghe alle imprese di oggi, condotte da imprenditori appassionati e legati al territorio.
Anche il portfolio fotografico è su questo tema, con la presentazione delle migliaia di scarpe e scarponiche hanno segnato la storia dello sport e del costume custoditi nel Museo dello Scarpone e della Calzatura sportiva di Montebelluna (TV).
Su questo numero trova spazio la nascita di Euma, il coordinamento delle associazioni di alpinismo europee, di cui il Cai è capofila insieme ai club alpini di Germania e Austria. Il nuovo organismo si relazionerà con le istituzioni europee per rappresentare gli interessi dei 24 club alpini che lo compongono. In particolare nell’alpinismo, nella protezione della natura, nell’avvicinamento dei giovani alla montagna e nella pianificazione regionale alpina.
Di attualità anche gli articoli “La montagna è di chi la protegge”, dedicato al convegno “Ripensare alla montagna”, svoltosi lo scorso novembre alla Fondazione Sella di Biella, in occasione dei trent’anni di Mountain Wilderness, e “I sentieri Frassati premiati a Capri”, che racconta l’assegnazione del XXXIV premio Capri-San Michele al volume edito dal CAI “L’Italia dei Sentieri Frassati”, curato da Antonello Sica e Dante Colli. L’opera propone un lungo sentiero per ogni regione d’Italia dedicato al Beato torinese, descrivendone gli aspetti naturali, storici, umani, con un testo accompagnato da bellissime fotografie a colori.
I dettagli di tre percorsi sui Monti Sibillini sono descritti nell’articolo che racconta il trekking #ripartidaisibillini, in luoghi dove la solidarietà sta innescando circoli virtuosi. Partendo proprio dal trekking e dalle camminate fra borghi e sentieri di montagna. Un box ricorda il progetto del CAI Ripartire dai sentieri (ripartiredaisentieri.cai.it), con la descrizione di decine di itinerari nelle zone colpite dal terremoto (dove non ci sono divieti di accesso e zone rosse), selezionati grazie al lavoro volontario sul territorio dei Soci, coordinati dalla Struttura Operativa Sentieri e Cartografia.
Di possibilità di trekking, questa volta più lontani, tratta anche il pezzo dedicato all’Islanda, la “Terra del Ghiaccio” che considera i cambiamenti climatici una priorità nazionale, fra sorgenti calde, vulcani irrequieti e il parco nazionale più grande d’Europa, il Vatnajökull.
Tra tutela ambientale e sviluppo sostenibile l’articolo sull’Alpe Veglia, un luogo che all’inizio del secolo doveva diventare un bacino da sfruttare a fini idroelettrici. Nel 1978, come viene raccontato nel testo, è stato invece trasformato dalla Regione Piemonte in Parco naturale, così da salvaguardare per sempre la fragilità e la bellezza di questa magnifica conca. Così come il pezzo sul “caso” Dordolla, il borgo friulano che sta cercando un nuovo modello di sviluppo tra decrescita e resilienza, tra turismo lento e ripopolamento.
Il contributo “speleologico” porta i lettori ai confini della Terra e della conoscenza, con l’intervista aGaetano Giudice dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), spesso in Antartide per esplorare, fare ricerca e anche per attivare una rete di monitoraggio interna alle grotte glaciali.