«Non avremmo mai voluto che l’ultimo atto del governo Gentiloni fosse l’approvazione dell’orribile decreto denominato Testo Unico Foreste, che “riorganizza” il nostro bel patrimonio comune di boschi e di foreste all’insegna delle biomasse e del pellet, con conseguenze gravisisme anche per la fauna e per la biodiversità. Il testo approvato oggi dal Consiglio dei Ministri afferma infatti il concetto indefinito e pericoloso di “gestione attiva” legata in modo esclusivo allo sfruttamento del legname, mentre tralascia la valenza prioritaria degli ecosistemi costituiti da boschi e foreste che sono elementi complessi e che pertanto svolgono tante fondamentali funzioni sull’ambiente, dalla biodiversità al clima, dagli equilibri idrogeologici al paesaggio. Ma questi aspetti sono stati completamente ignorati dal testo del Consiglio dei Ministri sebbene il nostro Paese sia da tempo vincolato al rispetto di convenzioni internazionali e direttive comunitarie anche per la tutela della biodiversità animale e vegetale. Dunque, l’ecologia sotto la scure dello sfruttamento produttivistico». Lo dichiara Annamria Procacci, ConsiglieraNazionale di Enpa, commentando il decreto licenziato oggi dal Consiglio dei Ministri.
«Questa scure è destinata a colpire anche il bosco in crescita spontanea, avviato alla maturità, su terreni già agricoli, con la conseguente perdita di tutto il patrimonio di biodiversità vegetale e animale. Ancora – prosegue Procacci – lascia sgomenti la previsione del taglio coattivo dei boschi che si trovano su terreni privati in cui il turno di taglio inaccettabilmente imposto sia stato superato, e sui boschi di cui non sia stato individuato un proprietario: una previsione, questa, che viola la Costituzione, il principio di proprietà privata e anche quella tutela del paesaggio che la Suprema Carta ha inteso affermare. Il nostro Paese non meritava questa ultima ferita che ci auguriamo sia sanata in nome del bene comune e che chiederemo sia cancellata quanto prima nelle sedi competenti».