Più di 110 cani sterilizzati, microchippati e vaccinati in venti mesi, cioè in un arco di tempo compreso tra giugno 2016 e febbraio 2018. E’ questo il bilancio finale dell’operazione “Missione Cara Mineo”, organizzata in due fasi dall’Ente Nazionale Protezione Animaliin collaborazione con l’Asp3, la Prefettura di Catania e il Comune di Mineo, per tenere sotto controllo il fenomeno del randagismo nel Centro di Accoglienza Richiedenti Asilo più grande d’Europa. Il centro si sviluppa infatti su una superficie pari a ben 253mila metri quadrati e ospita circa 4mila migranti, oltre, naturalmente, ai randagi che nella maggior parte dei casi hanno stabilito una profonda relazione affettiva con i residenti. «Spesso per i migranti i cani rappresentano l’unico elemento familiare di una realtà sconosciuta – spiega Cataldo Paradiso, Presidente provinciale dell’Enpa di Catania, che ha coordinato la seconda fase dell’operazione – l’unico punto di contatto con la vita che conducevano prima di fuggire dal loro Paese. Un punto di riferimento, insomma, in una vita sospesa tra la concessione dello status di rifugiato e il possibile rimpatrio».
Proprio per questo le operazioni su Mineo, che oltre a quella di Catania hanno coinvolto anche altre Sezioni dell’Enpa e una mediatrice culturale, sono state estremamente gratificanti anche se molto impegnative. Infatti, prima di procedere con le sterilizzazioni e le microchippature, i volontari hanno dovuto censire i randagi del centro e catturarli; solo a quel punto è stato possibile intervenire con i veterinari. I quali hanno condotto un ampio screening medico sulla popolazione canina, curando anche diverse patologie dermatologiche da cui sono risultati affetti diversi esemplari. Tra gli interventi, anche l’asportazione di un tumore.
«La collaborazione sinergica che è stato possibile attivare tra tutti i partner dell’iniziativa è un chiaro esempio delle buone pratiche che si possono seguire quando si creano canali di collaborazione fattiva tra associazioni, istituzioni e autorità. In questo senso – dichiara Paradiso – l’operazione “Missione Cara Mineo” può essere un modello al quale ispirarsi per prevenire e curare la piaga del randagismo anche in altre realtà della Sicilia».