Se le due persone denunciate dai carabinieri per l’uccisione di un lupo a Coriano (Rimini) dovessero essere rinviate a giudizio, l’Ente Nazionale Protezione Animali parteciperà al procedimento in qualità di parte civile. Così l’associazione animalista dopo la svolta nell’attività investigativa sulla morte del povero animale.
L’indagine era scattata lo scorso novembre in seguito al ritrovamento del corpo di un esemplare di lupo, barbaramente ucciso e poi appeso alla pensilina di una fermata dell’autobus, a Coriano (Rimini). A scoprire il cadavere dell’animale furono alcuni studenti che stavano andando a scuola e si erano recati alla fermata per prendere l’autobus.
«Ringraziamo di cuore l’Arma dei carabinieri per lo straordinario impegno e la grande efficienza con cui ha condotto le indagini, arrivando alla svolta di oggi. In particolar modo, ringraziamo Aldo Terzi, colonnello e comandante del Comando Gruppo carabinieri Forestale di Rimini, e i suoi uomini. Auspichiamo – dichiara la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi che la magistratura possa fare chiarezza su questo efferato animalicidio, infliggendo ai responsabili una pena esemplare, in linea con la gravità dei reati commessi. Che vanno, lo ricordiamo, dall’uccisione di animali, alla cattura e al furto di fauna selvatica».
Individuare e sanzionare gli autori dei reati contro la fauna selvatica è fondamentale perché, in un Paese come il nostro, dove il bracconaggio la fa da padrone, nessuno deve poter pensare di godere di una qualche forma (del tutto presunta) di impunità. Reprimere con severità questi delitti significa lanciare un messaggio chiaro: che la tutela delle specie protette e delle specie particolarmente protette non è una terra di nessuno.