Diciotto appuntamenti in altrettanti rifugi alpini alpini e appennici (dai 660 ai 2200 metri di quota) di sette regioni da giugno a settembre, aventi come filo conduttore le montagne in conflitto. Queste le caratteristiche della sesta edizione di “Rifugi di cultura”, evento estivo diffuso organizzato dal Club alpino italiano (attraverso il Gruppo Terre Alte del Comitato Scientifico Centrale), quest’anno dedicato ai conflitti nella storia di Alpi e Appennini: dai forti di età moderna al brigantaggio, dalla Grande Guerra alla Resistenza.
Attraverso spettacoli, reading, escursioni, canti e racconti, le montagne italiane (dal Cuneese alloZoldano, dalla Ciociaria alla Daunia, passando per la Valle Spluga e la Val Codera) si popoleranno dibriganti e brigantesse, soldati e partigiani, fortificazioni e linee di confine, vicende di militari e civiliimpegnati in battaglie su fronti ed epoche diverse.
I primi due eventi sono in programma in Piemonte (regione dove si terranno nove dei diciotto appuntamenti). Sabato 23 e domenica 24 giugno al Rifugio Oliva-Brusa Perona (Alpe Cortevecchio, Verbania, quota 1535m) è in programma “La linea Cadorna: un cammino nella storia”, che prevede una conferenza e un’escursione lungo i resti delle trincee (programma su www.caigravellona.it).
Domenica 24 giugno al Rifugio Bruno Piazza (Traversella, Torino, quota 1050m) si terrà invece “L’anello forte – Laura Curino”, spettacolo teatrale ispirato all’opera di Nuto Revelli “L’anello forte. La donna: storie di vita contadina” (programma su www.rifugiopiazza.it, www.caiivrea.it).
“Anche quest’anno Rifugi di cultura offre l’occasione per coniugare l’avvicinamento alla montagna con una rivisitazione storica di vissuti che hanno visto Alpi e Appennini fare da sfondo a eventi bellici e a profondi mutamenti sociali”, afferma il Presidente Generale del CAI Vincenzo Torti. “Così il rifugio diventa punto di raccordo di esperienze sensoriali e culturali a un tempo, dove riscoprire storie di uomini e donne, talvolta tragiche e talaltra cariche di speranze, in una dimensione capace di coinvolgere ancor più, proprio per la peculiarità dell’ambientazione. Senza, però, mai snaturare o contraddire la vocazione alla sobria essenzialità dei nostri rifugi”.
Gli fa eco il coordinatore del Gruppo Terre Alte Mauro Varotto: “Abbiamo ideato questa edizione sulle montagne in conflitto in occasione del centenario della conclusione della Grande Guerra. Ma non c’è solo la Grande Guerra: tante sono le declinazioni proposte, come del resto sono tante e diverse le vicende conflittuali che hanno riguardato i nostri territori montani”.