Il Consiglio dei Ministri ha deliberato nel corso della seduta del 6 luglio 2018 di impugnare la legge la Legge Regione Sicilia n. 8 del 08/05/2018, recante “Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2018. Legge di stabilità regionale”, contenente norme relative alle fonti rinnovabili, incidendo sulle autorizzazioni per gli impianti eolici e fotovoltaici e sulle modalità di svolgimento e i criteri di partecipazione alle gare per l’affidamento della gestione del servizio di distribuzione del gas naturale, nonché sulle concessioni per i beni demaniali marittimi, che contrastano rispettivamente con il principio di libertà di iniziativa economica di cui all’art. 41 della Costituzione,nonché con il principio di tutela della concorrenza previsto dall’art. 117, secondo comma, lett. e), della Costituzione.
L’ANEV aveva a suo tempo segnalato le proprie considerazioni di natura legale in merito al contenuto della legge regionale, evidenziandone profili di incostituzionalità, specie in merito ad un emendamento presentato dal Presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, approvato dall’Aula, che prevedeva per gli impianti eolici e fotovoltaici la sospensione, per 120 giorni dalla data di pubblicazione del provvedimento, del rilascio delle autorizzazioni da parte della Regione al fine di consentire alla stessa una verifica, attraverso uno strumento di pianificazione del territorio regionale, degli effetti sul paesaggio e sull’ambiente correlati alla realizzazione di tali impianti, a prescindere dall’elenco delle aree non idonee già approvato con Decreto del Presidente della Regione ad ottobre 2017.
Oltre ad enucleare una serie di altri profili di illegittimità, l’Associazione aveva rilevato che la suddetta legge fosse in palese violazione dei principi comunitari in materia di liberalizzazione del mercato elettrico e di promozione delle fonti rinnovabili.
L’ANEV accoglie quindi con favore l’intervento del Governo in merito al provvedimento siciliano, che di fatto dà ragione all’Associazione la quale da tempo segnala un condotta delle Regioni poco coerente con quanto prescritto dalle norme nazionali e sovranazionali in materia di riduzione della CO2 e della produzione da fonti rinnovabili.