Salute e BenessereLa famiglia come strumento di prevenzione dei disturbi alimentari

La famiglia come strumento di prevenzione dei disturbi alimentari

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Il ruolo della famiglia come strumento di prevenzione dei disturbi alimentari e come luogo privilegiato di apprendimento dell’educazione alimentare attraverso la comunicazione, l’importanza dei primi 1000 giorni di vita, dall’allattamento ai due anni, nello sviluppo psico-fisico del bambino e la funzione fondamentale della prevenzione a tavola nel combattere l’obesità in età pediatrica e giovanile: sono solo alcuni tra i temi trattati oggi a Bologna durante il convegno nazionale “La salute si impara da piccoli. Corretti stili di vita per #CrescereInSalute” dedicato all’educazione alimentare nell’infanzia e adolescenza. La manifestazione è organizzata da UniSalute, compagnia del Gruppo Unipol, leader nell’assicurazione sanitaria.

Professori e ricercatori italiani, il divulgatore scientifico Marco Bianchi e la Responsabile Market Intelligence di Nomisma SpA Silvia Zucconi, insieme all’Amministratore Delegato di UniSalute Fiammetta Fabris, si sono confrontati sul temadell’obesità infantile e della prevenzione a tavola di fronte alla platea gremita dell’Oratorio San Filippo Neri. Un’importante occasione di confronto scientifico con lo scopo di dare vita a pratiche cliniche ma anche sociali a supporto delle famiglie, strumenti per prevenire l’insorgere dell’obesità o curarla al meglio e per combattere le cattive abitudini alimentari e la vita sedentaria dei più giovani.

Ad aprire i lavori la Vice Sindaco di Bologna Marilena Pillati, Assessore all’Educazione, Scuola, Adolescenti, Giovani, Politiche per la famiglia del Comune di Bologna. “La salute delle giovani generazioni è un bene comune. Prendersene cura vuol dire anche rendere consapevoli le famiglie di quali siano gli stili di vita che garantiscono benessere. L’iniziativa di UniSalute che ha aperto alla città un convegno con relatori esperti e autorevoli, va lodato proprio in questo senso. Le buone abitudinialimentari si apprendono fin da piccoli e per questo risulta fondamentale lacollaborazione tra istituzioni, scuola e famiglie con lo scopo, insieme allacomunità scientifica, di combattere la disinformazione.”

Come si alimentano bambini e adolescenti italiani: studio sulla Generazione Z. Meno sprechi e corretta distribuzione dei pasti: l’intervento di Silvia Zucconi di Nomisma

UniSalute e Nomisma hanno avviato GENZ Monitor, osservatorio che ha analizzato gli stili di vita dei giovani di età compresa tra i 6 e i 19 anni in tutta Italia, attraverso la valutazione dei comportamenti alimentari, dell’utilizzo del tempo libero e della sensibilità che manifestano nei confronti dell’ambiente. Lo studio ha rilevato una corretta abitudine ai 5 pasti giornalieri, con alto consumo dipasta nei pasti principali mentre ben diversa è la situazione per quanto riguarda l’apporto di frutta e verdura – in una giornata “normale” il 14% dei bambini 6-11 anni non consuma frutta in nemmeno una occasione, quota che sale al 32% per la verdura. Una situazione che va peggiorando tra i ragazzi più grandi (18% di no user di frutta tra gli studenti della Secondaria e 21% di no user di verdura).  Stupisce invece il dato sull’attenzione allo spreco: l’82% degli bambini è attento a conservare il cibo che avanza, così come l’89% degli studenti delle Secondarie. Un’attenzione a non sprecare non si limita al cibo: il 63% dei bambini presta attenzione a spegnere la luce quando esce dalla stanza (67% tra i ragazzi 11-19) e a chiudere il rubinetto mentre si lava i denti (71% dei bambini lo fa sempre, percentuale che scende al 54% tra i ragazzi).

La conoscenza alimentare rappresenta un ingrediente prezioso per la nostra longevità: l’intervento di Marco Bianchi

La salute è nelle nostre mani e attraverso un corretto stile di vita, una sana e consapevole scelta alimentare potremmo prevenire più dell’80% delle malattie CDV, secondo l’OMS. Ne ha parlato Marco Bianchi, divulgatore scientifico per la Fondazione Veronesi e Food Mentor, da sempre promotore di una cultura alimentare di carattere scientifico. Unadieta sana ed equilibrata è necessaria sin dall’infanzia, durante la quale è importante un consumo quotidiano di frutta e verdura.

La prevenzione attraverso il percorso educativo della famiglia per combattere il sovrappeso e l’obesità nell’età pediatrica

Seguire le regole di una corretta alimentazione già nei primi anni di vita è fondamentale per prevenire sovrappeso e obesità e quindi l’insorgere di patologie in età adulta. Ne ha parlato il prof. Andrea Pession, Direttore Responsabile Pediatria Policlinico Sant’Orsola Malpighi Bologna. Oggi non si raccomanda più un approccio dietetico-restrittivo, ma una strategia di tipo cognitivo-comportamentale. Dunque non più solo diete restrittive, ma un’educazione terapeutica centrata sulla famiglia che porti alla riduzione delpeso attraverso il cambiamento dello stile di vita. Ciò è possibile grazie acolloqui motivazionali con lo scopo di combattere non solo le cattive abitudini a tavola ma anche quella serie di comportamenti in famiglia e di dannose rappresentazioni mentali legate all’obesità. Potenziando proprio le competenze familiari sul tema. Un ambiente psicologicamente sano difende il bambino dall’insorgenza di patologie stigmatizzanti.

La dieta psicologica: l’importanza della relazione in famiglia

I disturbi alimentari cronici rappresentano un vero e proprio disturbo della relazione che nasce all’interno della famiglia e si sviluppa in ogni contesto della vita. “Patologie della comunicazione”, così definisce i disturbi alimentari il prof. Emilio Franzoni, Direttore Responsabile Neuropsichiatria infantile del Policlinico Sant’Orsola Malpighi di Bologna. La tavola non è solo luogo di aggregazione ma di relazione, è il momento che riunisce tutta la famiglia, in particolare a fine giornata, il momento per ascoltare e ascoltarsi, per raccontarsi.

Spesso però l’ambiente familiare è proprio quello in cui non ci si parla, non ci si relaziona, rimanendo attratti e distratti dalla tv. Come evidenziano i risultati di un questionario somministrato a 160 bambini tra i quali solo 4 hanno confermato di cenare senza la televisione accesa. Un piccolo esempio ma molto significativo. E non trovando altra strada per attirare a sé attenzione o per risolvere una sofferenza interna lo strumento diventa farsi del male, mettendo in atto devastanti pratiche di alimentazione e un rapporto con il peso e con il proprio corpo che esula dalla realtà. Ma si può guarire completamente, soprattutto attraverso la ricostruzione del legame spezzato con la famiglia e la conseguente rieducazione alimentare.

I primi 1000 giorni di vita: le caratteristiche individuali e l’ambiente influenzano il benessere psico-fisico dell’individuo.

I “Primi 1000 giorni di vita”, dal concepimento al compimento del secondo anno, ma anche il periodo immediatamente precedente il concepimento, giocano un ruolo importante nel benessere del bambino e dell’adulto che sarà. È infatti il periodo di sviluppo in cui la plasticità è massima e risente positivamente (o negativamente) dell’ambiente (stili di vita, comportamenti, fattori di stress, inquinamento) che circonda i futurigenitori, la madre e l’infante. È ciò che afferma il prof. Sergio Pecorelli, Professore ordinario di Ginecologia e Ostetricia all’Università degli Studi di Brescia e Presidente della Giovanni Lorenzini Medical Foundation, che promuove il “progetto 1000 giorni”, un modello che prevede programmi di valutazione clinico-molecolare dell’individuo, attività di educazione/formazione personalizzata, utilizzo di dispositivi portatili per il monitoraggio in real-time dei parametri clinici.

“UniSalute è sempre attento alla promozione dei corretti stili di vita come forma di prevenzione primaria”

ha commentato Fiammetta Fabris, Amministratore delegato di UniSalute SpA, dal palco dell’Oratorio San Filippo Neri “Per noi è importante che i clienti abbiano consapevolezza di tutto ciò che si può e si deve fare per risolvere tutte le problematiche che intervengono sulla salute. Il compito che ci siamo dati quindi è anche quello di tradurre l’informazione scientifica in termini di comunicazione, per sensibilizzare le persone su questi temi e permettere a tutti di familiarizzare con certi contenuti. L’obesità infantile sta diventando un problema importante,particolarmente in Italia, maglia nera in Europa. Oggi per UniSalute è indispensabile investire sul tema della prevenzione che non può prescindere dal dedicarsi ad una corretta alimentazione e costante attività fisica. Per questo ha progettato una serie di servizi, iniziative e coperture sanitarie ad hoc per la famiglia, che integrano l’assistenza pediatrica con consulti specialistici e con un percorso di rieducazione al benessere divertente e semplice da seguire.”

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