L’utilizzo di ipogei naturali e artificiali quali discariche abusive è un fenomeno purtroppo molto diffuso. I danni provocati all’ambiente carsico e alle risorse idriche profonde sono incalcolabili.
Per questi motivi la Società Speleologica Italiana (SSI) ha lanciato, ormai dal 2005, il progetto “Puliamo il Buio”, la cui edizione 2018, in programma dal 28 al 30 settembre, coinvolgerà speleologi e grotte di tutta Italia. La manifestazione è legata al progetto “Puliamo il mondo” di Legambiente.
In queste giornate i componenti dei gruppi speleologici aderenti documenteranno le discariche abusive sotterranee, ne valuteranno il grado di pericolosità e individueranno i possibili rimedi, proponendoli poi all’opinione pubblica e alle Amministrazioni Locali. Questo oltre alla bonifica delle stesse, almeno in parte.
Dal 2005 al 2017, durante le giornate di “Puliamo il buio”, sono stati raccolti 1361 quintali di rifiuti, con il coinvolgimento di circa 3000 speleologi. Questo impegno è stato riconosciuto quest’anno dallaFederazione Speleologica Europea, che ha premiato la SSI con l’”EuroSpeleo Protection Label”, per l’importante attività di monitoraggio e tutela delle aree carsiche portata avanti con il progetto “Puliamo il Buio”.
L’iniziativa consente inoltre l’aggiornamento del Censimento delle cavità a rischio ambientale, ossia degli ambienti sotterranei dove è stata rilevata la presenza di materiali o condizioni in grado di alterare e inquinare le acque provenienti da sottosuolo. “Con il censimento, disponibile on line, vogliamo fornire un’autorevole base di lavoro a tutti coloro che intendono collaborare alla protezione dell’ambiente e delle risorse idriche, alla riduzione dei rifiuti, alla valorizzazione degli habitat naturali e alla lotta alle discariche abusive“, afferma il presidente della SSI Vincenzo Martimucci. “Per minimizzare l’impatto ambientale della visita agli ambienti ipogei, consigliamo diutilizzare sistemi di illuminazione meno impattanti di quello a carburo, come i LED e di rispettare il protocollo WNS per la tutela dei pipistrelli e la riduzione del trasporto di materiale microbiologico da una grotta all’altra“.