“Due popoli due Stati è la proposta che la comunità internazionale ha tradito nel corso degli anni. Adesso, nel momento peggiore del conflitto israelo-palestinese, va realizzata con forza e decisione”. Questo quanto dichiarato da Antonio Marciano, rappresentante della Direzione Metropolitana del Partito Democratico di Napoli e promotore dell’evento “Venti di pace: Due popolo due Stati”, svoltosi presso la sede napoletana della Fondazione Stati Uniti del Mondo e che ha visto confrontarsi gli esponenti della comunità palestinese e israeliana. “L’orrore della guerra sta entrando nelle nostre case con le crude immagini che arrivano dal fronte – prosegue Marciano – tutto questo non può lasciarci indifferenti. , è utile che accanto ad una più forte e coraggiosa iniziativa delle agenzie e delle diplomazie internazionali, dell’Europa e delle grandi potenze mondiali, torni a far sentire la propria voce ed il proprio protagonismo il popolo dei costruttori di “reti di pace”. Si torni a discutere dell’unica possibile via d’uscita a questo conflitto: “due popoli, due stati” con leadership riconosciute e consapevoli della portata storica di questo percorso. Non possiamo rimanere inermi di fronte a quello che sta accadendo in medio oriente, ciascuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo perché quel conflitto tocca anche la nostra esistenza”.
L’incontro ha visto emergere un’unica soluzione al conflitto in corso: il riconoscimento di due Stati per due popoli. Una soluzione che può essere raggiunta solamente attraverso un intenso lavoro diplomatico e di dialogo, nel silenzio delle armi.
“L’Italia deve scendere in campo, assieme all’Europa, per fermare questa tragedia – ha affermato Vincenzo Amendola, parlamentare Pd e membro della Commissione Affari Esteri alla Camera dei Deputati – Ci sono miglia di vittime innocenti tra i civili, schiacciati dal conflitto tra Israele e Hamas. La priorità deve essere salvare queste vite, salvare gli ostaggi, salvare i civili. L’Italia, con il sostegno delle opposizioni, deve intervenire con forza nel dibattito internazionale per chiedere una tregua umanitaria e, soprattutto, offrendo una soluzione ad un conflitto che da troppi anni divide la comunità internazionale”.