Inquinamento luminoso fuori controllo, scarsità d’informazioni sul fenomeno e controlli inadeguati. Questo è il quadro desolante che caratterizza buona parte del nostro territorio nonostante ci sia una legge regionale, la N. 12 del 25 luglio 2002, regolante il settore della illuminazione esterna, sia pubblica che privata, che fissa standard e caratteristiche tecniche. Purtroppo l’inquinamento luminoso è in continuo aumento, soprattutto nelle città, ostacolando di fatto la visione delle stelle.
Con l’iniziativa “Riaccendiamo le stelle, spegniamo gli sprechi energetici” in programma giovedì 18 luglio presso l’Eco bistrot Salerno, i promotori dell’iniziativa, vogliono aprire una discussione ampia e formativa sul fenomeno sempre crescente dell’inquinamento luminoso.
L’UNESCO, nella sua Dichiarazione Universale dei Diritti delle Generazioni Future, sancì esplicitamente che: “Le persone delle generazioni future hanno diritto a una Terra indenne e non contaminata, includendo il diritto a un cielo puro”. L’oscuramento della visione delle stelle determinato dall’inquinamento luminoso non riguarda solo l’interesse di pochi ricercatori o appassionati di stelle ma tutti coloro che voglia avvicinarsi alla conoscenza di tutto quello che si trova al di fuori della nostra atmosfera, cioè l’intero Universo. Serve, dunque, un impegno di tutti per restituire, alla cultura dell’Uomo, un bene dal valore inestimabile, che non abbiamo il diritto di distruggere, ma il dovere di conservare.
La perdita della qualità del cielo notturno – tengono a precisare dal Dipartimento Green dell’Università Popolare Interculturale di Salerno – non è solo una questione astronomica, ma costituisce un’alterazione di molteplici equilibri ben rappresentati dall’analisi condotta dall’Agenzia Regionale Protezione Ambientale del Veneto quali: Culturale, perché gran parte degli scolari vede le costellazioni celesti solo sui libri di scuola; Artistico, perché l’illuminazione esagerata nelle zone artistiche e nei centri storici non mette in risalto la bellezza dei monumenti ma la deturpa; Scientifico, perché costringe astronomi professionisti e astrofili a percorrere distanze sempre maggiori alla ricerca di siti idonei per osservare il cielo; Ecologico, perché le intense fonti luminose alterano il normale oscuramento notturno influenzando negativamente il ciclo della fotosintesi clorofilliana che le piante svolgono nel corso della notte; Sanitario perché la troppa luce o la sua diffusione in ore notturne destinate al riposo provoca vari disturbi; Risparmio energetico perché una grossa percentuale dei circa 7150 milioni di kWh utilizzati per illuminare strade, monumenti ed altro viene inviata senza ragione direttamente verso il cielo; Circolazione stradale, perché una smodata e scorretta dispersione di luce come fari, sorgenti e pubblicità luminose può produrre abbagliamento o distrazione agli automobilisti.
L’obiettivo dell’incontro, dunque, è quello di stimolare le amministrazioni pubbliche e i cittadini alla riduzione dell’inquinamento ottico e luminoso nonché la conseguente eliminazione degli sprechi energetici degli impianti d’illuminazione esterna che non concentrano il loro fascio di luce verso il basso ma bensì a dispersione e verso l’alto.
L’iniziativa e aperta alla partecipazione di tutti: amministrazioni pubbliche, liberi professionisti del settore, associazioni e cittadini sensibili al fenomeno dell’inquinamento luminoso.
A giovarne – sottolineano da UPI – non sarà solo la salvaguardia dell’ambiente naturale con i suoi bioritmi bensì, anche le nostre tasche determinato da una netta riduzione del consumo elettrico. In Regione Campania esiste una Legge, la numero 12 del 25 luglio 2002, che norma il contenimento dell’inquinamento luminoso e il consumo energetico da illuminazione esterna pubblica e privata a tutela l’ambiente e dà incentivi economici ai Comuni che adeguano i propri impianti di illuminazione, basterebbe tirare fuori dal cassetto questa legge, adeguarla alle nuove innovazioni tecnologiche, e applicarla.