E’ guerra aperta fra il governo tedesco e la multinazionale Coca-Cola che ha annunciato di voler aumentare la produzione della bevanda in formato monouso, ovvero nelle bottiglie da 0,5 lt. Quest’annuncio non ha fatto piacere alla Germania che è sempre in prima fila a difesa dell’ambiente, tanto per il riciclo dei rifiuti quanto per la produzione di energia “ecologica”, argomento che è sempre fra i primi posti nell’agenda di governo. Berlino, incredula per tale scelta industriale, ha in mente di approvare delle sanzioni nei confronti della Coca-Cola attraverso l’Agenzia federale tedesca per l’ambiente, con una tassa che scoraggi in generale l’uso, quindi, la produzione di bottiglie monouso in plastica. “Non escludiamo un costo aggiuntivo sulle bottiglie monouso per sostenere il regime di riutilizzo della bottiglia” ha spiegato il presidente dell’agenzia federale Maria Krautzberger; un provvedimento che potrebbe portare a dei risultati nel paese dove il 47,5% delle bevande è prodotto con bottiglie totalmente riciclabili, bottiglie riutilizzabili fino a 40/50 volte, mentre il formato da mezzo litro della coca-cola non rientrerebbe in questa categoria.
Oggi il tema del riciclo della plastica è fra i primi nel mondo dell’ambiente, noi sollevammo già la questione nell’articolo “Oceani e isole di plastica, continua l’inquinamento dei mari”, in cui emerge il preoccupante dato della presenza di 269 mila tonnellate di plastica negli oceani. Quello del riciclo è diventato un argomento su cui non si può più tergiversare, in cui vanno presi provvedimenti seri e risolutivi, prima di ritrovarci immersi nei nostri stessi rifiuti, l’ambiente è in sofferenza e la Germania fa bene ad essere preoccupata e stupida dalle affermazioni avanzate dalla Coca-Cola, che non ha nemmeno provato a difendersi o a dare una propria versione dei fatti. La decisione della multinazionale americana lascia ancora più perplessi se pensiamo che sarà presente con un proprio padiglione all’Expo 2015 di Milano, dove il tema centrale è il cibo ed il suo rapporto con la terra.
Stefano Gattordo