di Simona Minucci
“Per qualche mese ci siamo illusi che qualcosa potesse cambiare, che nulla dovesse per forza tornare come prima”. Inizia con tono rassegnato il dossier Mare Monstrum 2020 pubblicato da Legambiente, nel quale si denuncia “l’aggressione criminale al mare e alle coste del nostro Paese”. E i numeri di quest’aggressione sono chiari e comunicano una realtà amareggiante: la Campania è la regione italiana col maggior numero di reati ambientali. Solo nel 2019, i reati contestati sono stati 4.697, il 19,9% del totale nazionale, con una media di 13 al giorno.
Abusivismo edilizio, inquinamento, pesca illegale. Questi i campi dell’inchiesta e in due la regione Campania ha il primato (tranne che nella pesca, dov’è seconda dietro la regione Sicilia). “Questo dossier – commenta Francesca Ferro, direttore Legambiente Campania- ci restituisce uno spaccato di illegalità, purtroppo, ancora troppo rilevante, indice del fatto che contro i `nemici del mare ´ è necessario alzare il livello, non solo della repressione dei reati, ma anche della vigilanza preventiva”.
Il dito non è puntato contro solo contro l’infrazione commessa, ma sotto accusa è anche il modo in cui vengono effettuati i provvedimenti: emerge dal dossier infatti, che la maggior parte delle “coste di cemento” dichiarate come risultato di abusivismo edilizio sopravvivano alle demolizioni, spesso incomplete (o, in molti casi, mai effettuate). “La Campania – si legge nel dossier – è la regina indiscussa in questo campo, cn la Costiera amalfitana, le isole napoletane e la costa cilentana in prima linea. Un fenomeno che, a differenza che nelle altre regioni, forse trova meno spazi liberi sulla costa, si manifesta con abusi “minori”, realizzati in immobili preesistenti, oppure, come ci raccontano le cronache, si nasconde nei Parchi e si concentra nell’entroterra dei comuni costieri. Come nel caso, tragico, del crollo di un muro di contenimento che lo scorso 1 giugno è costato la vita a due operai a Pianura, quartiere di Napoli, dove domina l’abusivismo”.
Non solo dunque una questione di attacco all’ambiente marino, ma tornano anche lo stesso problema di cui si parla da anni, quello del lavoro effettuato senza alcun permesso (l’ultimo episodio a Forio d’Ischia, dove i carabinieri hanno scoperto l’ennesimo cantiere edile non autorizzato in corso), spesso pagato in nero e senza la garanzie di sicurezza necessarie che tante, troppe volte, ha fatto e continua a fare vittime in moltissime zone della regione.