Siglato in Prefettura a Milano il protocollo d’intesa anticorruzione per l’Expo 2015 tra la società EXPO 2015 S.p.a., l’ Autorità Nazionale Anticorruzione Italiana (ANAC) l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), alla presenza del Ministro degli interni Angelino Alfano e del Ministro dell’agricoltura con delega speciale per EXPO 2015 Maurizio Martina . Questo protocollo sottolinea l’interesse nazionale e mondiale perché l’Expo sia un evento che si distanzi il più possibile dai meccanismi della corruzione in tutte le sue forme, fino a creare una best practice da applicare in altri casi nel futuro. Rilevante è l’intervento dell’OCSE che, grazie alla sua esperienza mondiale, ha messo in campo tutte le proprie conoscenze in materia di corruzione. Per la prima volta vediamo l’OCSE partecipare ad un singolo evento, vista la portata mondiale dello stesso; “il nostro compito è quello di raccogliere e confrontare fra loro le migliori strategie anti corruzione messe in campo dai vari paesi, con l’obiettivo di individuare quelle più efficaci e non ripetere sempre gli stessi errori” ha spiegato Nicola Bonucci, direttore per gli affari legali dell’OCSE.
Con questo protocollo è stata costituita l’Unità Operativa Speciale (UOS) che avrà compiti di controllo e garanzia, verificando a priori ogni contratto e potendo far cessare la validità di quelli già in essere che non supereranno gli accertamenti. Una serie di provvedimenti necessari , forse tardivi, come precisato dal presidente dell’ANAC Raffaele Cantone, che ha affermato che se questi provvedimenti fossero stati adottati prima “ci avrebbero messo al riparo da tanti guai”. Nonostante manchino solo 97 giorni all’inizio dell’evento e, di conseguenza, gli appalti siano stati già quasi tutti assegnati Cantone ha espresso “grande soddisfazione per il risultato di Expo ma anche dell’Italia”; il protocollo è “volto ad avviare una stabile collaborazione tra ANAC e prefetture in materia di trasparenza e legalità nella gestione della cosa pubblica” e, prosegue Cantone, “la verifica preventiva della correttezza di ogni documento rende più efficace e più rapida l’individuazione di eventuali irregolarità, un aspetto importante anche per garantire che i lavori procedano secondo la loro regolare tabella di marcia”.
I presupposti per creare una reale best practice ci sono tutti, applicarli in maniera continuativa nel nostro paese potrebbe essere un deciso passo in avanti per la lotta alla corruzione, permettendoci così di allontanare “L’immagine un po’ stereotipata dell’Italia – conclude il magistrato – come la patria dell’illegalità e della corruzione dev’essere accompagnata da quella di un’Italia, in grado di autorigenerarsi e accettare i controlli e svolgere un ruolo positivo in un momento così difficile”.
Stefano Gattordo