La Grecia è sull’orlo di una nuova crisi, si ritrova a dover eleggere un nuovo presidente della repubblica, entro il 29 dicembre, senza avere una maggioranza adeguata; il partito al governo, ovvero la “Nuova Democrazia”, guidato da Antonis Samaras si ritrova senza la maggioranza sufficiente dei seggi (la soglia è di 200 voti) per l’elezione del nuovo capo di stato. Se nelle votazioni, del 17, 23 e 29 dicembre, non si avrà un verdetto positivo ci saranno elezioni anticipate a gennaio 2015, in cui il favorito, con circa il 5% di vantaggio sugli avversari, è Alexis Tsipras.Queste elezioni anticipate potrebbero portare la Grecia ad un nuovo default, basti pensare che la borsa di Atene ha perso il 12,7% da dicembre ad oggi; un mercato così instabile e una borsa in forte ribasso stanno facendo tornare gli spettri del passato.
Le nuove elezioni vedranno contendersi l’incarico di primo ministro tra Alexis Tsipras, leader del partito “Syriza”, Antonis Samaras, presidente (eventualmente) uscente leader della “Nuova Democrazia” e uno tra Evangelos Venizelos e il vecchio leader George Papandreu, per quanto riguarda il movimento socialista paraellenico (PASOK). Samaras e Venizelos sono oggi alleati in parlamento, seguaci della dottrina europea dell’austerità, approvata, applicata e in continua evoluzione, nonostante l’dea di proporre un referendum a favore dell’uscita dall’euro.
Dall’altro lato troviamo Alexi Tsipras, il più giovane leader che la Grecia abbia mai avuto, capo del partito Syriza, nato nel 2012 con una forte tendenza socialista, ma guai a classificarli, poiché si vogliono staccare dai vecchi ideali e si propongono come una nuova sinistra. Il programma prevede di restare all’interno dell’Euro, poiché l’uscita comporterebbe danni peggiori, ma al contempo andare a modificare le politiche di austerità all’interno dell’Unione, partendo da una ridiscussione dei tassi d’interesse sul debito maturato, sui soldi prestatigli attraverso il patto della “Troika”, quando la crisi era all’acme nel paese ellenico. Oggi il parlamento europeo si trova pronto a questa ridiscussione, i parlamentari tedeschi, in particolare, hanno proposto di concedere più tempo alla Grecia per onorare i suoi debiti, dato che si vocifera di un accordo tra Grecia e BCE con un taglio dei tassi pari al 62%. Le misure interne, invece, si propongono di risollevare l’economia del proprio paese ri-aumentando la soglia del salario minimo a 751 euro lordi mensili; impossibilità di licenziamento da parte delle aziende in attivo, statalizzare e aumentare le spese di welfare, accompagnate da un nuovo modello fiscale nel senso della redistribuzione degli oneri fiscali, che aumenterebbero al 75% per chi dichiara almeno mezzo milione di euro all’anno, con una corrispettiva riduzione per le fasce più deboli.
Tsipras è la faccia nuova che vuole cambiare il modo di fare politica tanto in Grecia quanto in Europa, con una bella presenza, un grande carisma e accompagnato da spiccate capacità politiche, è stato in grado di attirare a sé le attenzioni di tutti gli stati del vecchio continente, cerando anche una interessante rete di alleanze sovranazionali. Molti sono i suoi sostenitori che credono nella sua politica, lui fa parte della generazione greca dei 700 euro mensili, che conosce i problemi delle famiglie Grece;ma altrettanti sono i detrattori, che lo bacchettano sostenendo che non sia possibile rimanere con l’euro cambiando le politiche fiscali europee, altri invece lo vedono come un “assetato” di potere, che vuole arrivare al traguardo ad ogni costo.
La Grecia, stando ai sondaggi, sembra credere in questa nuova direzione proposta dal leader di “Syriza”, intanto nessuno può ancora dire se ci saranno elezioni anticipate e soprattutto che conseguenze ci saranno per le casse elleniche, nel frattempo i mercati stanno a guardare, pronti ad intervenire ad ogni “passo falso” del governo di Atene
Stefano Gattordo
