«Non uccidete l’animale, recuperatelo in sicurezza e affidatelo a un santuario». E’ l’appello lanciato dall’Enpa in seguito alla fuga (presunta) di un coccodrillo dal circo Martin attendato nel Nuorese. Ma l’Ente Nazionale Protezione Animali chiede anche controlli a tappeto su i circhi attendati in Sardegna e nel resto del Paese per verificare il rispetto delle Linee guida della Commissione Scientifica Cites del 2006 “per il mantenimento deglianimali nei circhi e nelle mostre itineranti”. «E’ fondamentale – prosegue Enpa – garantire l’incolumità di tutti: persone e animali. Anche per questo chiediamo da tempo lo stop allo sfruttamento degli animali nei circhi».
L’associazione resta in attesa di ulteriori e più approfondite notizie circa quella che sembra essere una incredibile fuga, l’ennesima, tuttavia già da ora sembra piuttosto inverosimile l’ipotesi che qualche animalista abbia volutamente liberato l’animale. Sulla vicenda indaga anche la magistratura, ma che si tratti di un furto o di una fuga dell’animale, la scomparsa del rettile dal circo Martin chiama in causa l’efficacia dei controlli e delle misure di sicurezza da parte della struttura. Insomma, secondo Enpa, la scomparsa del caimano sta lì a dimostrare in modo evidente l’esistenza di una falla all’interno del circo.
Non sarebbe, del resto, la prima. Nel 2012 una giraffa fuggì da un circo ad Imola; pagò quelle ore di “libertà” con la sua stessa vita. Nel 2017 fu il turno di una tigre a Carini (Palermo) imitata da un’altra nel giugno 2018 a Cesano (Roma). Pochi anni prima – era il 2013 – sempre la Capitale fu teatro di un’altra rocambolesca fuga, con un elefante trovato a “passeggiare” lungo il Grande Raccordo Anulare. Nell’elenco degli animali fuggiti non mancano neanche due lama e una capre, scappati nel 2018 da un tendone nel Trevigiano; tre cammelli avvistati a passeggiare nelle strade di Cesate (Milano); due zebre recuperate in un vigneto di Rio Saliceto. E la lista è ancora molto lunga, senza dimenticare il ben più tragico “incidente” occorso poche settimane fa a un domatore di tigri a Triggiano (Bari).
Stefano Gattordo