Fermare l’attività venatoria, anche in Italia sempre più in balia degli incendi. Lo chiede al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, nella sua qualità di garante della biodiversità, l’Ente Nazionale ProtezioneAnimali, che esprime grande preoccupazione per i roghi che stanno devastando il pianeta, persino la Siberia dove brucia un’area con un’estensione superiore a quella dell’intera Slovenia. Una catastrofe ambientale, questa, che, sottolinea Enpa, avrà conseguenze molto pesanti, sul clima, sull’ambiente e sulla biodiversità di una delle regioni più fragili del nostro pianeta, già pesantemente colpita dal Global Warming. Quella della Siberia è un’ecatombe transnazionale che avrà effetti in tutto il mondo, anche sulle popolazioni animali.
Per questo, secondo Enpa, è necessaria un’azione a livello internazionale affinché gli Stati interessati più o meno direttamente dalle roghi e dalle loro conseguenze mettano al bando l’attività venatoria nei loro territori. Uccidere altri animali dopo la catastrofe siberiana renderebbe ancora più pesante il bilancio di una crisi ambientale che ha pochi precedenti. «L’emergenza non riguarda soltanto gli esemplari uccisi dalle fiamme – spiega l’Ente Nazionale Protezione Animali – riguarda, soprattutto, quelli che stanno fuggendo dalle fiamme. Uno scenario comune a tutti gli incendi, anche quelli che puntualmente devastano la penisola italiana. Abbiamo il dovere di fare tutto il possibile affinché i superstiti riescano a trovare un riparo sicuro. Per questo chiediamo lo stop a tutte le attività di caccia: la tutela della biodiversità ha sempre la priorità assoluta ».
«Pertanto auspichiamo una autorevole iniziativa del nostro ministro dell’Ambiente. Non solo a livello nazionale ma, anche internazionale, promuovendo azioni sinergiche per la tutela degli animali colpiti dai roghi. Il nostro Paese – conclude Enpa – ha dunque occasione di diventare capofila di una straordinaria campagna transnazionale, che rafforzerebbe indubbiamente la nostra immagine, il nostro prestigio e la nostra autorevolezza in tutto il mondo, ma ancor di più salverebbe la vita a milioni di animali».
Stefano Gattordo