Caccia e fauna. Chiudere la stagione al 31 dicembre, rispettando così il periodo di migrazione prenuziale della fauna, come imposto dalla direttiva “Uccelli” e dalla legge nazionale 157/92. Escludere dall’elenco delle specie cacciabili tutte quelle classificate in declino: SPEC 1, SPEC 2, SPEC3, e si abolisca l’uso dei richiami vivi. Sanzionare più rigorosamente l’uccisione di fauna protetta, con la previsione di un apposito delitto nel Codice Penale. Cancellare l’articolo 842 del Codice Civile, riconoscendo pienamente il diritto del proprietario di un fondo a vietare l’accesso dei cacciatori sul suo terreno. Introdurre l’obbligo di una visita di idoneità psicofisica annuale per i cacciatori, anche al fine di prevenire incidenti (115 vittime dall’apertura della stagione venatoria 2017/2018). Aumentare i controlli sul territorio e sostenere i Centri Recupero Animali Selvatici gestiti dalle associazioni.
Lupi. Approvare senza alcuna ipotesi di uccisione e in tempi brevissimi il “Piano di conservazione del lupo” – ormai in ballo dal 2014 – con tutte le misure necessarie a prevenire eventuali conflitti con le attività umane.
Orsi. Vietare ogni ricorso alle uccisioni ed eliminare ogni possibilità di deleghe alle regioni e alle province sulla gestione degli orsi quando si prevedono azioni dirette sull’animale. Applicare tutte le strategie e misure di prevenzione. Stringere accordi con “santuari” che possano ospitare gli orsi nel caso si renda necessaria una traslocazione, che deve comunque avvenire nel pieno rispetto delle loro esigenze ecologiche ed etologiche.
Biodiversità e parchi. Rilanciare il sistema dei parchi, con finanziamenti adeguati e con una rigorosa selezione dei vertici sulla base delle competenze scientifiche. Vietare la caccia nelle aree contigue, cioè in quelle zone cuscinetto tra l’area del parco e il resto del territorio tanto importanti per la fauna. Approvare in tempi rapidi e certi la legge sul consumo di suolo, varare finalmente la legge sulla tutela della biodiversità, di cui il nostro Paese è ancora priva.
Vegetarianesimo. Prevedere nelle mense pubbliche e private almeno un giorno a settimana senza carne. Organizzare iniziative di informazione e sensibilizzazione dei cittadini sia sulle gravissime conseguenze che gli allevamenti comportano per il pianeta con il rilascio dei gas serra, sia sulle condizioni di vita degli animali reclusi.
Randagismo. Dare finalmente piena attuazione alla legge 281/91 varando entro 18 mesi un Piano Nazionale in due fasi: la prima per l’applicazione in modo capillare dell’anagrafe canina, la seconda per una campagna di sterilizzazione a tappeto, rivolta soprattutto alle regioni del Sud. Una campagna che, insieme alla diminuzione delle nascite, dia agli animali vaganti la possibilità di una adozione in famiglia. Non è più accettabile che le associazioni, Enpa in primis, siano costrette a fare fronte alle inadempienze di Comuni, Regioni e Asl, principali responsabili per l’emergenza randagismo in alcuni territori. Occorre poi rivedere l’operato dei Comuni sulla gestione dei canili, intervenendo tempestivamente in caso di canili “lager”.
Animali d’affezione. Iva agevolata su pet food e prestazioni veterinarie, oggi esorbitante (22%). Possibilità per i veterinari di prescrivere aglianimali farmaci equivalenti ad uso umano. Questa è una misura a costo zero che ridurrebbe sensibilmente l’onere delle cure a carico delle famiglie.
Circhi. Riformare il settore dei circhi con la dismissione degli animali in tempi certi e con la garanzia di una opportuna sistemazione.
Pellicce. Riconvertire gli allevamenti di animali secondo un piano dismissione da attuare entro 36 mesi. Vietare da subito l’apertura di nuove strutture.
Sperimentazione animale. Con la prima sessione di Bilancio prevedere un congruo rifinanziamento dei metodi sostitutivi della sperimentazione animale. La stessa Agenzia Europea per il Farmaco pochi giorni fa ha ribadito che l’obiettivo finale deve essere l’eliminazione dell’uso di animali vivi per i test.