«Ecco il risultato della caccia alle streghe lanciata dal Ministro dell’Ambiente, da alcune Regioni, Toscana in testa, e da alcune associazioni di categoria degli allevatori e degli agricoltori, che per mesi ci hanno martellato con una inesistente emergenza-lupi». Lo dichiara, in merito al lupo ucciso e appeso ad un cartello stradale, l’Ente Nazionale Protezione Animali, che prosegue: «L’unica risposta possibile a questo crimine inqualificabile, di cui si sono resi responsabili i “soliti noti”, deve essere l’immediata approvazione del Piano di conservazione del lupo da parte della Conferenza Stato-Regioni nella riunione del 4 maggio, cancellando una volta per tutte e rispedendo al mittente, ossia al Ministro Galletti, quella parte del documento in cui si prevede la possibilità di uccidere gli animali».
Non è più rinviabile l’adozione immediata delle misure di prevenzione, di contrasto al bracconaggio, di intensificazione del controllo del territorio e di tutto quello che favorisca la convivenza con questo animale superprotetto, da norme italiane e internazionali. Rivolgiamo, pertanto, un forte appello al presidente della Conferenza delle Regioni affinché inserisca nell’ordine del giorno della prossima settimana il varo del documento.
Il vero pericolo insomma non sono i lupi, ma, come dimostra questo raccapricciante animalicidio – si tratta peraltro di situazioni tutt’altro che nuove in Toscana – i bracconieri e tutti coloro i quali, dalla deregulation del pascolo alla ricerca del consenso elettorale, fomentano l’odio verso gli animali. Dunque, secondo l’associazione, è in atto una vera campagna di terrorismo: «chiediamo al governo di assumere la sue responsabilità, chiediamo ai Carabinieri Forestali di intensificare i controlli sul territorio, chiediamo a tutte le autorità competenti il ripristino della legalità. Chiediamo ai cittadini di isolare i responsabili di questa strage».
Ma la guerra contro il bracconaggio si combatte anche nella aule giudiziarie. Per questo l’Ente Nazionale Protezione Animali ha dato incarico al proprio ufficio legale di assumere ogni iniziativa utile, che contribuisca a individuare chi ha ucciso il povero lupo infierendo sul suo corpo. Contro i responsabili l’Enpa si costituirà parte civile.