«Con il suo gesto di straordinaria sensibilità, la Presidente della Camera, che oggi ha adottato le agnelline Gaia e Gioia, e che ha espresso il proprio sostegno alla nostra campagna contro la macellazione degli agnelli, ha lanciato un messaggio forte. Ha detto che un’altra Pasqua è possibile, che rispettare le tradizioni non ci obbliga ad uccidere animali». Così Carla Rocchi, presidentenazionale di Enpa, al termine dell’incontro svoltosi oggi a Montecitorio.
I numeri della Pasqua, d’altro canto, descrivono una vera strage, nonostante i cali nel consumo di carne d’agnello registrati in questi anni anche grazie alle campagne di associazioni animaliste come Enpa. Soltanto nel 2016, secondo l’Istat, sono finiti nei piatti ben 2,7 milioni dianimali tra agnelli, capretti e agnelloni, molti dei quali non sono stati allevati in Italia ma importati dall’estero, soprattutto dai Paesi dell’Est, e dunque sottoposti all’ulteriore sofferenza di un trasporto estenuante. Un lungo viaggio – il loro – stipati per centinaia di chilometri all’interno di camion, spesso senza acqua né cibo, e con uno spazio del tutto insufficiente a garantire agli animali persino i più elementari movimenti.
La macellazione pasquale dunque è solo la parte finale di un processo, le cui diverse tappe sono scandite da crudeltà più o meno legalizzate, a partire dalla separazione forzata dei cuccioli dalle loro madri solo 30/40 giorni dopo la nascita. Al di fuori di ogni cornice di legalità, ci sono poi, come sempre più spesso raccontano le cronache dei giornali, le situazioni di maltrattamento nei mattatoi come negli allevamenti, le sevizie per pura crudeltà agli animali, degradati così al rango di cose. Il problema, peraltro è generalizzato: non si limita solo alla Pasqua e non riguarda solo pecore, agnelli e capretti.
Proprio per questo la consigliera nazionale di Enpa Annamaria Procacci ha sollevato il problema dei controlli sui trasporti, chiedendo un giro di vite. Ma ha anche segnalato con Carla Rocchi una delle grandi battaglie dell’associazione: la richiesta di monitorare con telecamere l’attività dei mattatoi. «Sarebbero un efficace deterrente contro inaccettabili atti di violenza ai danni degli animali. Altri Paesi, penso alla Francia – ha detto Procacci – si stanno già muovendo; è ora che anche il nostro Parlamento si impegni per approvare una misura di grande civiltà. Una misura che, ne sono convinta, sarebbe apprezzata dalla stragrande maggioranza degli italiani».