AttualitàDieci cose da sapere sulla speleologia sostenibile

Dieci cose da sapere sulla speleologia sostenibile

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Chi pensa allo speleologo s’immagina subito una figura umana calata in una grotta, con una torcia in testa. Ma al di là degli stereotipi, l’universo di chi esplora grotte, caverne e abissi è retto sulla consapevolezza che il territorio – qualunque esso sia – merita di essere rispettato e conservato. Ecco perché, sfatando luoghi comuni e bandendo la retorica, è importante conoscere alcuni principi base di quella che è possibile definire come “speleologia sostenibile”. Un tema sul quale ha lavorato con passione e competenza Giovanni Badino,noto speleologo e docente di fisica sperimentale all’Università di Torino morto lo scorso agosto. La grande eredità di quest’ultimo esploratore è composta anche da un’autoregolamentazione, sintetizzata nelle «linee guida per una speleologia dall’orma lieve» – così l’ha definita – che sarà presentata dalla Società speleologica italiana (Ssi) in occasione del festival della speleologia “FinalmenteSpeleo” (Finale Ligure, 1-5 novembre). Cos’è la speleologia sostenibile? Quali sono i corretti comportamenti? Attingendo alla guida, ecco un’anticipazione di alcune delle possibili risposte (in dieci punti).

1) Grotte fragili – Non esistono criteri di valutazione sulla fragilità biologica di una grotta. Ma lo speleologo deve considerare tali le grotte inesplorate, quelle con correnti d’aria non percettibili, con poco scorrimento d’acqua e con intensa attività biologica.

2) La grotta non è un wc – Il rispetto dell’ambiente è una priorità. Per questo nessun rifiuto deve essere abbandonato, neppure quello prodotto dal nostro corpo. Rispetto alla discesa è quindi opportuno anticipare (o posticipare) ogni bisogno fisiologico.

3) L’importante è bere – Limitare l’abbandono dei rifiuti in grotta non significa dover rinunciare alla propria idratazione. È infatti raccomandabile bere adeguatamente (ma senza eccedere).

4) La pulizia è tutto – Per escludere ogni contaminazione, negli ambienti sotterranei è necessario evitare l’utilizzo del legno, ma anche di materiali e attrezzature che non siano state scrupolosamente pulite dopo un precedente utilizzo.

5) La grotta è come una ferrata – Per evitare rifacimenti e tempestate di chiodi, lo speleologo sostenibile utilizza spesso attrezzamenti fissi per rendere minima la propria impronta ecologica nell’ambiente. Proprio come se si trattasse di vie ferrate esterne.

6) E luce fu – La grotta è buia, certo. È quindi necessaria un’adeguata illuminazione, evitando però sistemi ad acetilene (che in molti paesi sono vietati). Meglio alternative elettriche a LED, decisamente più pratiche e meno inquinanti.

7) Il “limite” della ricerca scientifica – Durante le ricerche scientifiche devono essere evitati i comportamenti invasivi limitando i sovra-campionamenti (la raccolta necessita lo studio delle norme, visto che in molti paesi certe raccolte sono proibite) e non lasciando trappole incontrollate (o per tempi troppo lunghi).

8) L’elogio della lentezza – Spesso lo speleologo si trova a esplorare luoghi mai visitati. L’esplorazione va quindi vissuta con la calma necessaria (e il conseguente e necessario rispetto).

9) Frenare l’entusiasmo – Dimenticare il tutto e subito. In grotta ci sono dettagli che mai nessuno ha notato prima. È quindi necessario aumentare l’attenzione su quello che stiamo guardando. Non c’è niente che non possa essere rimandato alla visita successiva, perché la grotta sarà ancora lì.

10) Rispetto per l’esterno
 – L’attività esplorativa e di ricerca non riguarda solo le grotte, ma anche l’ambiente esterno circostante. Occorre preservare le aree naturalistica e nelle aree protette è necessario adeguarsi alle regolamentazioni esistenti. Da evitare la raccolta di piante protette.

Di questi temi si parlerà giovedì 2 novembre a “FinalmenteSpeleo” (“Grotte, libero accesso? Speleo, libero arbitrio?”, ore 18.10, Sala Gallesio, Finalborgo – Finale Ligure). Questo non è l’unico appuntamento della Società speleologica italiana, che oltre ad essere presente con uno stand e una mostra organizza convegni, corsi e seminari. «Saremo presenti in tutti gli incontri nazionali e internazionali, perché questo è il naturale riferimento di chi frequenta il mondo sotterraneo» spiega Vincenzo Martimucci, presidente Ssi. «Rappresentiamo l’unica realtà specificamente speleologica in Italia. Tanti gli appuntamenti, compresa l’assemblea annuale. Parleremo della salvaguardia delle grotte e delle nostre attività. Ma ci confronteremo anche sulla geografia delle grotte, su mezzi e metodi per condividere dati e informazioni, sulla didattica, sulla formazione è molto altro».

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