La fonte eolica è fondamentale per la tutela della biodiversità, per la lotta ai cambiamenti climatici e per il risparmio di materie prime. A dirlo sono le numerose fonti scientifiche internazionali che WindEurope, l’Associazione europea dell’eolico di cui ANEV èmembro, ha raccolto e menzionato nello studio “Mainstreaming energy and climate policies into nature conservation. The European Wind Industry’s views on how wind turbines and wildlife can co-exist” (October 2017)
Il cambiamento climatico e il degrado degli ecosistemi e della biodiversità non possono essere risolti da soli. Gli ecosistemi terrestri e marini svolgono un ruolo cruciale nel sistema climatico, catturando circa la metà delle emissioni di CO2 generate dalle attività umane(UNEP, 2009). La protezione della biodiversità preserva i servizi ecosistemici che sono importanti per la regolazione del clima e ci aiutano ad adattarci agli impatti dei cambiamenti climatici. A fronte di ciò, aumentando la quota di Fonti di Energia Rinnovabile allentiamo la pressione sugli ecosistemi rallentando i cambiamenti climatici.
L’Unione europea si è prefissata obiettivi per ridurre progressivamente le emissioni di gas a effetto serra fino al 2050. Oltre ad adottaretarget vincolanti per l’incremento delle Rinnovabili nei Paesi membri, l’UE ha adottato diverse leggi a tutela della natura e della biodiversità. In particolare, la Direttiva Uccelli e Habitat dell’UE hanno dimostrato di essere la pietra miliare per proteggere il capitale naturale dell’Europa. L’industria eolica è pienamente conforme a queste leggi. Infatti, attraverso il documento di orientamento della Commissione europea “Sviluppi dell’energia eolica e Natura2000”, l’UE afferma chiaramente che le direttive Uccelli e Habitat non escludono lo sviluppo di parchi eolici nei siti Natura2000, ovvero in zone ad alta valenza ambientale, come SIC e ZPS, in quanto non arrecano danni alla fauna selvatica e più generalmente alla tutela della biodiversità. Ciò significa che, come sempre sostenuto da ANEV grazie ai lavori con ISPRA e Legambiente, nell’ambito dell’Osservatorio Nazionale Eolico e Fauna, occorre effettuare valutazioni caso per casoanziché rispondere con NO incondizionati a proposte di impianti eolici anche in aree protette come quelle tutelate dalla Direttiva Europea Habitat. Dal lato degli operatori eolici, è necessario ricordare che l’ANEV per mezzo di Protocolli relativi alla salvaguardia ambientale e dell’avifauna, elaborati con il supporto di Legambiente e ISPRA, impone alle proprie aziende associate di effettuare studi preliminari atti a valutare l’esistenza di rotte migratorie e individuare soluzioni di mitigazione laddove ve ne fosse bisogno.
Lo studio WindEurope parte dal presupposto che l’accordo di Parigi ha segnato l’inizio di una transizione fondamentale nelle economie mondiali. Il settore energetico è quello che contribuisce maggiormente alle emissioni globali di gas serra (World Energy Outlook, Rapporto speciale sull’energia e sui cambiamenti climatici, IEA, 2015) e un’azione rapida per trasformare i sistemi energetici e gli investimenti di scala in energie rinnovabili è essenziale per limitare l’aumento della temperatura globale.
L’energia eolica è una delle fonti di energia più pulite e più rispettose dell’ambiente, con un impatto positivo a lungo termine sull’ambiente. Le sue emissioni di gas serra nel ciclo di vita sono stimate a 23 g CO₂ / kWh, questo valore basso è dovuto al fatto che durante tutta la fase operativa di un parco eolico non viene emessa CO2, al contrario il vento aiuta a evitare le emissioni di CO2 rilasciate dalla combustione di fossili. Valore significativamente esiguo se paragonato anche ad altre fonti rinnovabili come il solare che si attesta sui 42 g CO2 / kWh, quasi il doppio dell’eolico. Questo valore può essere confrontato inoltre con le emissioni di gas a effetto serra del ciclo di vita dicarbone e gas che raggiungono i seguenti valori: 1.205 CO₂ / kWh e 523 CO₂/ kWh rispettivamente (Timothy J. Skone, PE., National Energy Technology Laboratory, 2015).
Lo studio pone l’attenzione sullo spreco di acqua. Come sottolineato dall’ANEV in una nota, l’utilizzo di energia eolica non comporta sprechi di acqua come avviene per le altre fonti. In Italia, dove non c’è il nucleare che di gran lunga risulta essere la fonte che consuma piùacqua, la produzione energetica da fonti fossili genera ogni anno un consumo di circa 160 milioni di metri cubi di acqua, ovvero, considerando in media un consumo procapite di circa 200 litri al giorno per persona, il fabbisogno annuale d’acqua di circa 2,2 milioni di persone. Sulla base di questi assunti si può affermare che negli ultimi dieci anni, grazie all’apporto della fonte eolica nella produzione di energia elettrica nel nostro Paese si sono risparmiati circa 110 milioni di metri cubi d’acqua, equivalenti al consumo annuale di circa 1,5 milioni di persone.
Si è da poco conclusa la Cop23 di Bonn sul Clima, dalla quale è emersa l’urgenza, specie per i Paesi che stanno sperimentando in maniera più drammatica le conseguenze del cambiamento climatico, di trovare soluzioni di difesa e mitigazione dei disastri che il surriscaldamento del globo sta provocando. È evidente quindi che bisogna intervenire al più presto e per farlo è necessario puntare di piùsulle fonti rinnovabili e sull’eolico, che come dimostrano gli studi internazionali, è la fonte che rispetta di più l’ambiente e la biodiversità e di conseguenza contribuisce in maniera incisiva a contrastare i cambiamenti climatici.